Eba di mari
di Giovanni Enna
regia Giampiero Cubeddu
con Gaetano Lubino, Italo Delogu, Mario Lubino, Teresa Soro, Alessandra Spiga, e Paolo Salaris/Alfredo Ruscitto
luci e fonica Marcello Cubeddu
Questo lavoro si inserisce in un tentativo di costruzione di un teatro sardo che si ispira a modelli teatrali più ampi e più ricchi drammaturgicamente. Il modello a cui si ispira è quello dei drammi marini di O’Neil. E’ la storia di un vecchio usuraio costretto al mutismo dal cancro alla gola, che tiene in pugno il nipote e la madre di costui. Una giovane si insinua in casa per fargli compagnia. Anche il passato di costei è burrascoso e ricco di episodi squallidi e degradanti. Il vecchio se ne innamora, ma al contempo la giovane, per riscattare il proprio passato, nel desiderio di rifarsi una vita, si innamora del giovane nipote. Il vecchio li scopre durante un momento d’amore e li uccide entrambi. Il dramma a questo punto raggiunge il culmine quando la madre, sua ex amante, donna rozza e scurrile, provata dalle vicissitudini di una vita miserevole, in un bellissimo monologo finale svela al vecchio che quello che ha ucciso non era il nipote, ma bensì suo figlio. A questo punto il vecchio, disperato, si suicida.